Perché una dark kitchen non può fare a meno del digitale

Pubblicato da Ivano Schieppati | aggiornato il 14 ottobre 2021
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dark kitchenIl settore del food delivery ha dato una nuova forma al mondo della ristorazione degli ultimi anni. Con l’aumento esponenziale delle richieste e degli ordini a domicilio, soprattutto nel periodo della pandemia, le dark kitchen si sono consolidate come fenomeno, affiancando le app e i servizi di delivery.

Nell’articolo di oggi, analizzeremo le caratteristiche di queste cucine fantasma, i vantaggi per gli imprenditori e il contributo essenziale delle tecnologie digitali al loro successo.

Ghost, cloud, virtual e dark kitchen: nomi diversi per un unico concetto

Le dark kitchen sono conosciute anche come ghost kitchen, cloud kitchen, virtual kitchen e ristoranti delivery-only. Il concetto alla base è però identico: si tratta di preparare piatti e proporli solo ed esclusivamente attraverso il servizio di delivery.

dark kitchen

Non sono presenti posti a sedere per accogliere i clienti, quindi, ma solo postazioni per la preparazione degli ordini che possono arrivare attraverso diversi canali, soprattutto digitali, come app di proprietà del ristorante, web e mobile ordering tramite le piattaforme di delivery.

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Una volta pronti i piatti ordinati, i driver li ritirano per la consegna a domicilio. Ci sono anche dark kitchen che prevedono la possibilità per i clienti di passare a prendere il cibo d’asporto, anche se di norma i pagamenti avvengono in modalità digitale.

Il legame indissolubile tra dark kitchen e tecnologie digitali

Poiché sono soprattutto i touchpoint digitali i principali canali per ricevere e gestire gli ordini dei clienti, è fondamentale che i sistemi siano integrati, dunque “parlino” tra loro e assicurino allo stesso tempo efficienza operativa e soddisfazione dei clienti.

Come scegliere il software gestionale giusto?

La prima valutazione deve riguardare il servizio di delivery: sarà gestito in house o dalle piattaforme di delivery? Oppure saranno disponibili entrambe le opzioni?

dark kitchen

È bene considerare che ogni scelta presenta i suoi pro & contro: da un lato, affidarsi al 100% a una o più piattaforme partner consente di avere una platea di utenti già attivi; dall’altro lato, però, ci sono le commissioni da riconoscere che rischiano di ridurre il margine di guadagno in modo eccessivo.

Allo stesso modo, decidere di gestire ogni fase in autonomia implica un lavoro maggiore per fare ottenere visibilità al marchio e per organizzare i processi di ordine e consegna. Soprattutto nel caso dei ristoranti solo delivery nuovi, potrebbe essere complicato doversi occupare di tutti questi processi e strategie in contemporanea.

In ogni caso, i software più evoluti consentono una gestione aggregata degli ordini provenienti da diversi canali, partner e dispositivi, allineandosi al contesto omnicanale e assicurando un’esperienza cliente fluida e priva di ostacoli.

Si tratta di un valore aggiunto importante per tutto il settore della ristorazione; in particolare, per le dark kitchen, la velocità e la correttezza dei processi corrispondono a consegne più puntuali e clienti soddisfatti, che quindi torneranno a ordinare ancora.

Oggi è fondamentale avere tutte queste funzioni a disposizione in un’unica piattaforma che consenta il controllo centralizzato delle operazioni e ottimizzi i processi.

Le strategie per promuovere la tua ghost kitchen

Non avendo la possibilità di sfruttare elementi di branding - come l’insegna - o esperienziali  - come l’arredamento, le luci e la musica di sottofondo all’interno del locale - le cucine virtuali possono (e devono) fare leva su una presenza online costituita da:

  • profili social
  • piattaforme delivery
  • email marketing

Le fotografie pubblicate devono comunicare in modo immediato il tipo di proposta culinaria, colpendo l’attenzione dei clienti ideali in pochi secondi.

Vuoi leggere altri consigli di marketing per il tuo ristorante? Leggi il nostro articolo!

I dati come componente indispensabile

Le ghost kitchen promuovono il digitale come unico touchpoint; tuttavia, le relazioni tra marchio e clientela non sono più lineari, ma si basano su un flusso di comunicazioni interattivo e reattivo.

Ottimizzare i punti di contatto significa non interrompere questo flusso e avere l’opportunità di scambiare informazioni e raccogliere i feedback dei clienti.


L’accesso rapido a quantità importanti di dati permette di definire e modificare le strategie sulla base dell’effettivo riscontro dei singoli utenti, che diventano così co-creatori di esperienze sempre nuove.

È questo uno degli obiettivi di DICA! Powered by Imagonist, la soluzione per la trasformazione digitale nella ristorazione che ti permette di:

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Argomenti: Hospitality, digitalizzazione punto vendita, dark kitchen