La gestione dei buoni pasto elettronici nella GDO

Pubblicato da Roberto Madaschi | aggiornato il 23 aprile 2020
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Da alcuni anni a questa parte, molto è cambiato in termini di gestione dei buoni pasto elettronici, che affiancandosi al sistema cartaceo, ne hanno reso vantaggioso l’utilizzo all'interno della grande distribuzione organizzata da parte dei consumatori. Se prima, di fatto, il buono pasto era una peculiarità del settore hospitality, ora sono sempre più le persone che, anche grazie alle nuove discipline che ne regolano l’utilizzo, decidono di utilizzarli per la propria spesa alimentare. Nell'articolo di oggi analizzeremo nel dettaglio il sistema e le novità che negli anni hanno permesso alla GDO di entrare in gioco.

  • Come funziona il circuito dei buoni pasto?
  • I vantaggi del sistema elettronico per aziende e per i dipendenti

L’utilizzo dei buoni pasto elettronici nella GDO

A dare un deciso contributo all'utilizzo dei buoni pasto nella grande distribuzione sono i vantaggi disegnati dal nuovo decreto MiSE, entrato in vigore il 9 settembre 2017, che individua gli esercizi commerciali idonei a erogare il servizio, le sue caratteristiche e fornisce indicazioni aggiuntive sulla sua gestione, al fine di correggere alcune pratiche di utilizzo ormai diffuse, ma poco chiare. Cosa sono effettivamente i buoni pasto? Che cosa differenzia il buono pasto elettronico dall'originario formato cartaceo? E quali sono i vantaggi del loro utilizzo? Vediamolo insieme.

Come opera il circuito dei buoni pasto

In Italia, il sistema dei buoni pasto, nato in Gran Bretagna nel 1954, è stato adottato negli anni Settanta. Il suo utilizzo primario risale alla necessità di fronteggiare la mancanza di mense aziendali dando, in questo modo, ai dipendenti la possibilità di consumare il pasto nei bar o ristoranti aderenti al circuito, presentando dei titoli cartacei, successivamente tramutati in veri e propri ticket.

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Possiamo dire che al giorno d’oggi il sistema è più che consolidato, ma come si origina? Questo circuito coinvolge diversi soggetti: le società emettittrici del buono, gli enti pubblici e privati che li comprano, i dipendenti che li utilizzano e, infine, gli esercizi commerciali convenzionati con le società emettitrici dei servizi sostitutivi di mensa.

Tra gli esercizi figurano da qualche anno proprio i supermercati che, come tutti i ristoranti e bar convenzionati, entro scadenze prestabilite (normalmente una volta al mese) restituiscono alle società emettitrici i buoni pasto ritirati dai clienti e ottengono, sempre nel giro di tempistiche prestabilite, un rimborso pecuniario pari alla cifra pattuita alla stipula del contratto di convenzionamento. Un sistema chiaro che garantisce agli esercenti e alla grande distribuzione la certezza di offrire un servizio pratico, ma soprattutto utile al consumatore.

I buoni pasto da cartacei ad elettronici: cosa cambia?

I buoni pasto elettronici sono nientemeno che la versione digitale del più conosciuto formato cartaceo. Si presentano come tessere dotate di bande magnetiche, simili a carte di credito e bancomat, sulle quali viene direttamente accredito l’importo totale dei ticket spettanti al dipendente e sono leggibili attraverso un terminale POS.

Come è intuibile, questo formato si sta diffondendo sempre più proprio grazie alla sua praticità. Ma non è questa l’unica motivazione: a cambiare sono soprattutto le agevolazioni e la tassazione prevista per il circuito digitale. A differenza del sistema cartaceo, infatti, i buoni in formato elettronico sono incentivati per la loro naturale trasparenza fiscale e, come disposto dalla Legge di Bilancio 2020, per i datori di lavoro che li utilizzeranno e per coloro che si adegueranno al pagamento con POS è prevista una tassazione agevolata: saranno esentasse per l’importo massimo di 8 euro (a differenza del massimo importo di 4 euro per i buoni cartacei).

Tra le nuove disposizioni stabilite dal MiSE in materia di buoni pasto elettronici, alcune promettono di essere molto vantaggiose per i dipendenti che decideranno di utilizzarli all'interno della grande distribuzione. Il ticket elettronico per la somministrazione di alimenti e bevande, infatti, può essere utilizzato dal beneficiario anche al di fuori della giornata lavorativa, ma, ancora più importante, il decreto ha previsto la possibilità di cumulare fino a 8 buoni pasto spendibili contemporaneamente.

buoni pasto elettronici

Questo enorme beneficio invoglia maggiormente i dipendenti ad utilizzare i propri buoni per pagare una spesa al supermercato, sapendo di avere a disposizione un credito più consistente di quello che deriva dal singolo ticket. La GDO, proprio come tutti gli altri esercizi commerciali convenzionati, è tenuta poi a pagare una commissione sui buoni pasti ritirati e successivamente consegnati alla società di emissione.

Come gestire la possibilità di accettare buoni di diverse società

Per affrontare al meglio questa nuova ed inevitabile digitalizzazione dei ticket è necessario dotarsi di sistemi validi, in grado di supportare il circuito dei buoni pasto elettronici. Stiamo parlando dei terminali POS che, leggendo il microchip della carta, si collegano direttamente al server della società emittrice del buono e tengono traccia dell’ammontare scalato e del credito residuo disponibile.


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Argomenti: Retail, software di cassa, buoni pasto elettronici