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Il ristorante d'asporto diventa high tech con le ghost kitchen

Scritto da Ivano Schieppati | 10 settembre 2020

Le ghost kitchen si stanno diffondendo sempre di più, modificando il modo in cui il ristorante d’asporto offre i propri servizi e, allo stesso tempo, portando un vero e proprio cambio di prospettiva nella fruizione da parte dei clienti.

Le nuove tecnologie e i software per la ristorazione innovativi possono sicuramente aiutare lo sviluppo di questi processi; scopri come nell’articolo di oggi.

Oltre il concetto di ristorante d’asporto: i vantaggi della dark kitchen

Fino a circa un anno fa, l’idea di una cucina senza la presenza di un ristorante dove accogliere i clienti e che effettuasse solo servizio di delivery era un pensiero apparentemente interessante, ma non ancora consolidato.

In meno di 12 mesi, le ghost kitchen sono diventate un fenomeno molto diffuso, soprattutto a seguito dell’emergenza Covid-19 che ha costretto i ristoratori a trovare nuovi modi per soddisfare le esigenze dei clienti, garantendo la massima sicurezza. Le dark kitchen si sono rivelate un’ottima soluzione, sia per ottenere un risparmio economico, sia per offrire un servizio eccellente, veloce e funzionale.

Decidere di creare una cucina, senza disporre di una sala da pranzo, richiede uno spazio decisamente ridotto e un numero minore di dipendenti, permettendo di concentrare tutte le risorse e le energie sulla qualità del cibo, del servizio d’asporto e di consegna, piuttosto che sulla gestione di un ristorante vero e proprio.

Ciò comporta anche un investimento minore da parte di coloro che vogliono intraprendere una nuova attività, riducendo i rischi legati all’apertura di un locale e incrementando le possibilità di successo.

Inoltre, questo nuovo modello di ristorante d’asporto permette di creare una maggiore vicinanza con i clienti, soprattutto grazie ai software e alle piattaforme gestionali all’avanguardia su cui oggi può contare il mondo della ristorazione.

In che modo un software integrato può supportare il ristorante d’asporto?

Aprire una cucina fantasma significa anche ripensare il modo di comunicare con i clienti. Venendo meno la relazione faccia a faccia, è necessario trovare altri mezzi per instaurare un rapporto di fiducia e di stima con gli utenti. Uno di questi è l’interazione tramite le piattaforme social. Facebook e Instagram danno la possibilità di comunicare in modo diretto con il pubblico, coinvolgendolo nelle operazioni quotidiane e nelle attività della cucina, per fare scoprire come funziona questo nuovo format.

Fare esplorare ai clienti il mondo della dark kitchen attraverso i social network li incuriosisce e li invoglia a provare i servizi offerti. Senza dimenticare il fatto che Facebook e Instagram sono molto utili anche per condividere sconti, promozioni e offerte personalizzate.

Personalizzazione è la parola chiave dell’esperienza d’acquisto di oggi: per poter offrire ai clienti ciò che cercano è pero necessario disporre di dati sulle loro preferenze e anticiparne i bisogni.

Anche in questo caso, il software gestionale è un supporto indispensabile, perché permette di raccogliere una grande quantità di informazioni da utilizzare per proporre offerte ad hoc attraverso i canali più efficaci.

Dark kitchen e retail esperienziale: i punti in comune

Ripensare il ristorante d’asporto in questi termini si avvicina molto al concetto del retail esperienziale, in cui la personalizzazione è al primo posto. I clienti si aspettano di ottenere ciò che vogliono nel momento stesso in cui lo chiedono, con un controllo totale sull’esperienza. Le cucine nascoste, facendo leva sulla sharing economy tramite il servizio a domicilio, rendono questa opportunità ancora più accessibile.

In questo caso, la convenienza non è legata tanto al prezzo del prodotto, quanto più a un percorso d’acquisto personalizzato, unico e capace di soddisfare le esigenze.

Le ghost kitchen cercano di incontrare queste richieste, dando ai consumatori la possibilità decidere in autonomia come effettuare l’ordine (attraverso il sito web del ristorante o tramite app e siti terzi come Deliveroo, Glovo, Foodora o JustEat, ad esempio) come pagarlo, dove ricevere e gustare il proprio piatto.

Per poter offrire un’esperienza personalizzata a 360 gradi e ottimizzare tutti i processi, all’interno e all’esterno della cucina fantasma, un software gestionale è indispensabile, perché consente la gestione ottimizzata di ogni fase, tra cui:

  • la ricezione degli ordini
  • la gestione delle comande
  • la preparazione dei piatti
  • i pagamenti
  • il controllo dei costi
  • il rapporto con gli aggregatori

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