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La richiesta di prodotti alimentari confezionati nella GDO ha visto una forte crescita nei primi mesi del 2020; il motivo è da ricercare nella percezione del pubblico che si tratti di una scelta più sana e sicura dal punto di vista delle possibilità di contagio.
Si è del tutto ribaltata la situazione precedente la pandemia da COVID-19 che vedeva una preferenza verso gli alimenti sfusi – che davano l’impressione di essere più sani, perché più naturali - da prelevare con i guanti, riporre nei sacchetti biodegradabili e pesare con le bilance self.
Il packaging alimentare oggi trasmette invece una sorta di rassicurazione nei confronti dell’igiene e della durabilità degli alimenti da conservare in frigorifero, perché la sola esposizione all’aria genera un timore di contaminazioni.
Non è un caso che molte insegne della GDO abbiano trasformato i banchi del reparto ortofrutta, offrendo sempre meno alimenti sfusi e lasciando spazio a vaschette confezionate, già pesate ed etichettate.
Non solo, l’impennata degli acquisti eCommerce, spinta dalla necessità di ridurre al minimo gli spostamenti, ha ulteriormente incentivato la domanda di imballaggi per proteggere i prodotti portati a casa dai fattorini incaricati direttamente dalle insegne o dagli aggregatori di servizi per il delivery, ma anche da associazioni locali di volontariato.
In questo articolo del Sole 24 Ore, si legge come l'emergenza sanitaria abbia modificato le scelte d'acquisto del 33% degli intervistati (fonte: analisi di mercato eseguita da Swg su indicazione del consorzio nazionale Comieco) che decidono di optare per prodotti alimentari confezionati. Il 46% delle persone che prima della pandemia acquistavano alimenti sfusi oggi predilige quelli imballati.
Per conciliare questi consumi a un’attenzione alla sostenibilità ambientale, le insegne GDO possono, da un lato, optare per strumenti integrati di confezionamento, capaci di lavorare con o senza vaschette e utilizzare pellicole prive di pvc e ftalati. Dall’altro lato, può essere incentivato il riutilizzo delle vaschette, con appositi contenitori che consentono ai gestori del supermercato l’eventuale riutilizzo o lo smaltimento.
Le etichette che le confezionatrici automatiche appongono sul packaging ricoprono un ruolo sorprendente nella riduzione degli sprechi. La tecnologia linerless permette di stampare sull'etichetta tutte le informazioni necessarie, senza limiti di lunghezza e senza dovere lasciare spazi bianchi, perché si adattano automaticamente al contenuto nel momento in cui viene selezionato il codice del prodotto.
Inoltre, l’ecologia incontra una maggiore efficienza grazie all'assenza del supporto cartaceo - su cui poggiano le etichette tradizionali – riducendo drasticamente i materiali di scarto.
L'etichettatura ha un forte impatto anche sulla presentazione dei prodotti confezionati: quando si mette in risalto il prodotto, l'occhio del cliente viene catturato, incentivando gli acquisti.
Le insegne della GDO possono fare la loro parte anche in questa direzione, grazie alla soluzione Pack on Time del Gruppo DIGI.
Grazie a un collegamento diretto fra sistemi di cassa e confezionatrici, Pack on Time permette di ottimizzare le operazioni di packaging nel punto vendita e di tenere traccia delle confezioni vendute, in tempo reale.
Confezionando solo i prodotti necessari, è possibile prevenire sprechi di cibo e perdite in termini economici allo stesso tempo.
L’attenzione ai bisogni e alle preferenze dei clienti è fondamentale nel mercato attuale per attrarne di nuovi e per fidelizzarli.
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