Nell’articolo di oggi, analizzeremo le caratteristiche di queste cucine fantasma, i vantaggi per gli imprenditori e il contributo essenziale delle tecnologie digitali al loro successo.
Le dark kitchen sono conosciute anche come ghost kitchen, cloud kitchen, virtual kitchen e ristoranti delivery-only. Il concetto alla base è però identico: si tratta di preparare piatti e proporli solo ed esclusivamente attraverso il servizio di delivery.
Non sono presenti posti a sedere per accogliere i clienti, quindi, ma solo postazioni per la preparazione degli ordini che possono arrivare attraverso diversi canali, soprattutto digitali, come app di proprietà del ristorante, web e mobile ordering tramite le piattaforme di delivery.
Una volta pronti i piatti ordinati, i driver li ritirano per la consegna a domicilio. Ci sono anche dark kitchen che prevedono la possibilità per i clienti di passare a prendere il cibo d’asporto, anche se di norma i pagamenti avvengono in modalità digitale.
Poiché sono soprattutto i touchpoint digitali i principali canali per ricevere e gestire gli ordini dei clienti, è fondamentale che i sistemi siano integrati, dunque “parlino” tra loro e assicurino allo stesso tempo efficienza operativa e soddisfazione dei clienti.
La prima valutazione deve riguardare il servizio di delivery: sarà gestito in house o dalle piattaforme di delivery? Oppure saranno disponibili entrambe le opzioni?
È bene considerare che ogni scelta presenta i suoi pro & contro: da un lato, affidarsi al 100% a una o più piattaforme partner consente di avere una platea di utenti già attivi; dall’altro lato, però, ci sono le commissioni da riconoscere che rischiano di ridurre il margine di guadagno in modo eccessivo.
Allo stesso modo, decidere di gestire ogni fase in autonomia implica un lavoro maggiore per fare ottenere visibilità al marchio e per organizzare i processi di ordine e consegna. Soprattutto nel caso dei ristoranti solo delivery nuovi, potrebbe essere complicato doversi occupare di tutti questi processi e strategie in contemporanea.
In ogni caso, i software più evoluti consentono una gestione aggregata degli ordini provenienti da diversi canali, partner e dispositivi, allineandosi al contesto omnicanale e assicurando un’esperienza cliente fluida e priva di ostacoli.
Si tratta di un valore aggiunto importante per tutto il settore della ristorazione; in particolare, per le dark kitchen, la velocità e la correttezza dei processi corrispondono a consegne più puntuali e clienti soddisfatti, che quindi torneranno a ordinare ancora.
Oggi è fondamentale avere tutte queste funzioni a disposizione in un’unica piattaforma che consenta il controllo centralizzato delle operazioni e ottimizzi i processi.
Non avendo la possibilità di sfruttare elementi di branding - come l’insegna - o esperienziali - come l’arredamento, le luci e la musica di sottofondo all’interno del locale - le cucine virtuali possono (e devono) fare leva su una presenza online costituita da:
Le fotografie pubblicate devono comunicare in modo immediato il tipo di proposta culinaria, colpendo l’attenzione dei clienti ideali in pochi secondi.
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Le ghost kitchen promuovono il digitale come unico touchpoint; tuttavia, le relazioni tra marchio e clientela non sono più lineari, ma si basano su un flusso di comunicazioni interattivo e reattivo.
Ottimizzare i punti di contatto significa non interrompere questo flusso e avere l’opportunità di scambiare informazioni e raccogliere i feedback dei clienti.
L’accesso rapido a quantità importanti di dati permette di definire e modificare le strategie sulla base dell’effettivo riscontro dei singoli utenti, che diventano così co-creatori di esperienze sempre nuove.
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